giovedì , 21 Novembre 2024

La Chiesa

Alcune delle informazioni che seguono sono tratte dal libro “La Chiesa del Carmine di Taranto, Storia, leggenda, tradizioni”, scritto da Nicola Caputo, già Priore della Confraternita, ed edito dalla stessa Confraternita nel 1998. Copie del libro sono ancora disponibile all’acquisto presso la Segreteria del Sodalizio.

facciataLe primitive fondamenta della Chiesa del Carmine sono antichissime. Nel 1577, all’arrivo dei Carmelitani, fu dedicata alla Madonna del Carmine, una chiesa che già esisteva ed era detta S.Maria della Misericordia. La stessa chiesa aveva avuto prima altri titoli: S.Maria Maddalena e prima ancora, S.Lazzaro.

La chiesa è sempre stata al centro delle attenzioni della Confraternita: nel corso della sua storia è stata più volte oggetto di restauri e migliorie, che, comunque, hanno mutato di molto il suo aspetto originario. Le più importanti di queste modifiche sono avvenute nel corso del XX secolo. Nel 1937, la vecchia facciata è stata sostituita da quella attuale e, nello stesso stile, è stato realizzato il grande campanile e sistemato il prospetto sul via D’Aquino e via Giovinazzi.

L’altra modifica riguarda l’altare maggiore. Negli anni settanta, in seguito alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, fuì rimosso l’altare secentesco, sottostante la nicchia della statua della Titolare. Al suo posto è stato realizzato un nuovo presbiterio di granito con al centro il nuovo altare. In una vasta raggiera dorata, dietro l’altare, è collocata la tavola secentesco della Madonna del Carmine, di autore Ignoto.

Sempre sull’Altare Maggiore, trovano posto altre quattro tele, S.Pietro Apostolo e S.Marco Evangelista, olii su tela, sec.XIX, di autori Ignoti;  Natività di Maria SS.ma, olio su tela, sec. XVII di autore Ignoto; S.Elia Profeta, olio su tela, sec. XVII, di autore Ignoto.

Le due cappelle laterali sono dedicate rispettivamente alla Titolare (prima della riforma, alla Vergine Addolorata) e al Crocifisso. Entrambi gli altari sono di marmo intarsiato. Nella Cappella del Crocifisso, si può ammirare il quadro della Vergine del Carmelo venerata da Santa Maddalena De’ Pazzi. Il quadro (sec.XVIII) è opera di Paolo De Matteis, lo stesso autore degli affreschi della volta del Cappellone di S.Cataldo nella Basilica Cattedrale.

Per dare una sistemazione all’antico simulacro della Vergine Addolorata, che, in seguito alle modifiche degli anni ’70, non aveva più una collocazione in chiesa, è stato realizzato un sacello a metà della navata, decorato a stucchi come tutte le pareti superiori della chiesa. Alle pareti del sacello sono esposte due grandi icone raffiguranti i Sette Dolori della Vergine Maria.

Secondo una legenda, il primo annuncio cristiano sarebbe stato portato a Taranto da S.Pietro e S.Marco. A Venezia è conservato una roccia, predata da marinai veneti nel ‘400 dall’isola di S.Pietro antistante la città di Taranto. Sulla quella roccia sono visibili le impronte che la tradizione attribuisce ai due santi. A Taranto S.Pietro avrebbe celebrato la S.Messa su un torso di colonna, conservato per secoli nella chiesetta di S.Pietro alla Porta, abbattuta nel 1577 per far posto al Canale Navigabile. Da allora quel torso di colonna, insieme a un antico ritratto del Principe degli Apostoli, è conservato nella chiesa del Carmine, in un vano al centro della navata.

Sulla facciata della chiesa sostituita nel 1937 da quella attuale, trovavano posto in due nicchie, due piccole statue di S.Marco e di S.Matteo. Dopo il ’37, le statue sono statue conservate per molti anni negli Oratori della Confraternita. In seguito sono state realizzate sullaveronica controfacciata della chiesa due nicchie in corrispondenza di quelle antiche, e ivi sono state sistemate le  due statue.

I pregevoli stucchi del soffitto, della cupola e delle pareti superiori, costituiscono sicuramente l’aspetto artistico più notevole della chiesa del Carmine. Fra le altre decorazioni, sono soprattutto degne di nota le due Croci dei Misteri, l’una di fronte all’altra, al centro della navata; pregevole è anche la raffigurazione di una Veronica alla sommità dell’arco che chiude la navata.

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