La fondazione della Confraternita Maria SS.ma del Carmine, si fa risalire ufficialmente all’anno 1675. È infatti datato 10 agosto 1675, il decreto di erezione del pio sodalizio sotto il titolo della Vergine del Carmelo, nella omonima chiesa, decreto firmato dall’allora arcivescovo di Taranto, mons. Tommaso F. Sarria O.P. Altri documenti d’archivio indicano invece, come data di fondazione, il 1577, quasi un secolo prima del già citato decreto. Il 1577 è in realtà l’anno in cui la comunità dei frati Carmelitani, presente a Taranto sin dal 1496, si trasferì dall’antichissima chiesa della Madonna della Pace, sulla Discesa del Vasto, alla chiesa di Santa Maria extra moenia detta della “Misericordia”. È comunque probabile che un gruppetto di laici si sia raccolto, come spesso accadeva nei conventi Carmelitani, sin da subito attorno alla comunità di frati, abbracciandone la spiritualità. Questo gruppo di laici, solo in seguito avrebbe chiesto e ottenuto dall’Arcivescovo Sarria la erezione in Confraternita. Non abbiamo comunque prove sufficienti, archivistiche né storiografiche, per risalire con certezza prima del 1675, anno del decreto ufficiale di erezione del Sodalizio.
Per un secolo, la vita della Confraternita del Carmine non dovette discostarsi di molto da quella delle altre Confraternite della città. Assieme alle altre Confraternite, partecipava già ai solenni festeggiamenti in occasione del Corpus Domini e del Santo Patrono, San Cataldo. Come gli altri Confratelli della città, anche quelli del Carmine, vestendo il proprio abito di rito, si recavano in Pellegrinaggio ai Sepolcri allestiti nelle chiese di Taranto il Giovedì e Venerdì Santo.
L’anno 1765 è un anno assiale per la vita della Confraternita del Carmine. Il patrizio tarantino Francesco Antonio Calò, erede e depositario della tradizione della Processione dei Sacri Misteri del Venerdì Santo, fà dono alla Confraternita delle due statue che componevano la suddetta processione. Da quel momento, l’onore e l’onere di organizzare e perpetrare quella tradizione cominciata circa 70 anni prima, diventa della nostra Confraternita. Dopo quasi due secoli e mezzo, la Confraternita del Carmine continua a onorare ogni anno con impegno quella tradizione.
Il 25 febbraio del 1777 la Confraternita del Carmine, con un decreto Reale di Ferdinando IV di Borbone, Re di Napoli, fu dichiarata “Ente rimpetto alla legge” ottenendo, così, la personalità giuridica. Unitamente a tale riconoscimento, la Confraternita ottenne anche l’approvazione del primo Statuto che rimase in vigore fino al 1836. Lo Statuto, articolato in più capitoli, offriva ai Confratelli un modello di vita morale coincidente con i precetti evangelici. Oltre al riconoscimento giuridico e all’approvazione dello Statuto, vengono riconosciuti alcuni privilegi agli iscritti. Fra questi il diritto di precedenza – la dritta – nei confronti degli appartenenti alle altre Confraternite della città, nella visita ai Sepolcri il Giovedì e Venerdì Santo.
La politica espansionistica di Napoleone si ripercosse anche sulla storia della nostra città. Napoleone, infatti, preoccupato dalle forti perdite causate dalle navi inglesi nel Mediterraneo, ideò un piano strategico al fine di assicurarsi un porto ampio e ben difeso, appunto il porto di Taranto, per il traffico medio – orientale. Firmato un accordo segreto con il re di Napoli, cominciò ad inviare a Taranto reggimenti di cavalleria e fanteria oltre naturalmente, a numerose navi da guerra. Poiché le truppe appena giunte necessitavano di una sistemazione logistica, i francesi cominciarono a requisire ed occupare i conventi esistenti dentro e fuori le mura. Il convento dei Carmelitani, che era situato “extra moenia”, divenne deposito di artiglieria ed arsenale e, il 30 ottobre 1806, con Decreto Reale, venne soppresso. A seguito di tale soppressione la chiesa del Carmine fu chiusa al culto; i Confratelli persero la loro sede e trovarono ospitalità presso la Confraternita della SS. Trinità dove rimasero fino al 1810, anno in cui ottennero il permesso di ritornare nella sede originaria. Era diventato nuovo Re di Napoli, Gioacchino Murat, cognato di Napoleone.
Il 18 novembre 1837, Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, in Consiglio di Stato, concesse alla Confraternita la piena proprietà della chiesa e del convento dei Carmelitani.
Il 16 marzo del 1875, il Beato papa Pio IX, concede ai confratelli del Carmine che effettuano la pia pratica del Pellegrinaggio ai Sepolcri, le stesse indulgenze dei pellegrini che si recano in visita alle sette chiese dell'”Alma Roma”, privilegio rinnovato poi da Leone XIII e da S. Pio X.
Il 28 ottobre del 1989 il Santo Padre Giovanni Paolo II, in visita pastorale a Taranto, sosta privatamente nella Chiesa del Carmine per un momento di preghiera, e, prima di salutare e benedire il popolo dalla loggia in Piazza della Vittoria, visita gli oratori della Confraternita, accompagnato dall’Arcivescovo Mons. Salvatore De Giorgi, e accolto dal Padre Spirituale, Mons. Marco Morrone, e dal Priore, Avv. Cosimo Solito.
Il 4 ottobre del 1998, l’arcivescovo di Taranto mons. Benigno Luigi Papa O.F.M. Capp., approva il Nuovo Statuto delle Confraternite dell’Arcidiocesi. Anche la Confraternita del Carmine, in base alle nuove categorie introdotte dal Codice di Diritto Canonico del 1983, è confermata “Associazione Pubblica” in seno alla Chiesa. Le viene ribadito quindi il diritto di classificarsi pubblicamente come “Associazione Cattolica di Fedeli”, e si ribadisce la sua diretta dipendenza dall’Autorità Ecclesiastica, confermando la fedeltà e l’obbedienza rese costantemente in più di trecento anni di storia.
Nel 2000, anno del grande Giubileo, la Confraternita entra a far parte della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia. Nel giugno 2002 la nostra città ospita il Cammino di Fraternità delle Confraternite italiane.
Il 16 luglio del 2009, durante il commissariamento di mons. Franco Costantini, l’Arcivescovo di Taranto, S.E. mons. Luigi Papa concedeva al nostro sodalizio il titolo di ARCICONFRATERNITA